domenica 27 febbraio 2022

 SCOMPENSO CARDIACO

Dopo anni in cui la ricerca clinica non ha prodotto risultati tangibili ed efficaci, in questi ultimi anni sono state introdotte due categorie di farmaci che hanno drasticamente modificato la prognosi dei pazienti affetti da scompenso cardiaco. Questi farmaci sono gli ARNI (inibitori dei recettori dell'Angiotensina e della Neprilisina) e gli SGLT2i (inibitori del co-trasporto Sodio-Glucosio nel tubulo contorto prossimale del rene noti anche come "Gliflozine"). 

Sono stato investigatore di due trial clinici multicentrici internazionali relativi a questi farmaci 

1. PARADIGM HF (ARNI: Sacubitril-Valsartan


Key takeouts 

A) probabilità di riduzione cumulativa del rischio di eventi (end point primario dello studio: morte cardiovascolare e ospedalizzazione per scompenso cardiaco) =  -20%

B) probabilità di riduzione del rischio di morte cardiovascolare  = -20%

C) probabilità di riduzione del rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco = -21%

D) probabilità di riduzione del rischio di morte da tutte le cause = -16%


2. EMPEROR REDUCED (SGLT2i: Empagliflozin)


Key takeouts

A) probabilità di riduzione cumulativa del rischio di eventi (end point primario dello studio: morte cardiovascolare e ospedalizzazione per scompenso cardiaco) =  -25%

B) probabilità di riduzione del rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco = -30%


                                                                        Key takeout

Il declino fisiologico della funzionalità renale risulta decisamente rallentato nei pazienti che assumono Empagliflozin a partire dalla 76° settimana di trattamento in avanti.

Questi due studi rappresentano pietre miliari nella cura dello scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta: grazie a questi due studi (e per quanto riguarda gli SGLT2i  anche altri studi) l'EMA in Europa l'FDA negli USA e l'AIFA in Italia, hanno potuto registrare questi farmaci per la terapia dello scompenso cardiaco. Questi farmaci sono prescrivibili con dispensazione col SSN previa redazione di una scheda di segnalazione/piano terapeutico di durata temporanea, rinnovabile.

Gli SGLT2i o Gliflozine sono stati inizialmente introdotti per la cura del Diabete Mellito grazie al loro effetto glicosurico (permettono infatti di eliminare con le urine lo zucchero in eccesso nel sangue): dal momento che negli studi registrativi era stato osservato un effetto positivo sugli eventi cardiovascolari, sono stati disegnati studi ad Hoc nello scompenso cardiaco in pazienti con e senza Diabete Mellito.

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